Come un piccolo baco da seta

Tempo fa, ispirata dalla simpatica e colorata copertina, ho acquistato il libro “Baby-gami – Fagotti e marsupi per principianti”, di cui ho già parlato in un mio precedente post.
Ad essere sincera inizialmente ero un pò scettica riguardo alla prima tecnica illustrata nel libro, quella dell’infagottamento.

Poi la sera infernale. Ale, visibilmente stremato dalla stanchezza, era agitato, non sembrava riuscire a calmarsi in alcun modo ed erano già parecchie ore che non dormiva.
Le abbiamo quindi provate tutte: tetta, massaggi per coliche, bagnetto, coccole, ninnananne, passeggiate, ciuccio, acqua.. tutto insomma, ma niente.
Allora mi è venuto in mente il libro letto qualche tempo prima e mi sono detta, perchè non provarci?
Ed è allora che è avvenuto il miracolo.
Con un lenzuolino leggero ho infagottato il mio piccolo indemoniato, non troppo stretto, ma il giusto perchè non si agitasse muovendo gambe e braccia all’impazzata.
In un primo momento è parso non gradire, ma poi all’improvviso, appena terminata la fasciatura.. si è calmato!
Non ci potevo credere. A questo punto, l’ho preso in braccio per allattarlo e dopo un paio di ciucciate consolatorie è sprofondato nel mondo dei sogni, beato.
L’esperimento è stato ripetuto più volte e in tutti i casi ha funzionato in modo più che eccellente!

La magia sta nel fatto che l’essere infagottato ricorda al bambino l’utero della della mamma.
In fondo, subito dopo il parto, è proprio così che lo avvolgono le ostetriche per portarlo al papà e alla mamma.
Certo, devo ammettere che sembra gli si stia mettendo una camicia di forza, ma non è così anche perchè, ripeto, la fasciatura non deve essere assolutamente immobilizzante: basta che tra il suo corpo e il lenzuolino riusciate ad infilare due dita.

Questa tecnica pare derivare oltre che dalla saggezza dei nostri nonni e bisnonni, che erano soliti fasciare i bambini forse anche per altri motivi ora superati come quello di raddrizzargli le gambe, anche da studi fatti da alcuni medici: Gerard, Harris e Thach.
Con questi studi pare abbiano dimostrato per esempio che i bambini che soffrono di coliche gassose traggano conforto dall’essere fasciati e, contemporaneamente, cullati da suoni ripetitivi o distratti in altro modo.
Inoltre risulta più facile far addormentare i neonati, una volta fasciati, in posizione supina, cosa che dovrebbe ridurre il rischio di SIDS, la sindrome della morte improvvisa.
Insomma, questa tecnica risulta essere utile su più versanti, primo fra tutti calmare il bambino dando un pò di tregua ai genitori.
Una volta che vedrete dormire beato il vostro piccolo baco da seta ogni dubbio scomparirà.
E se ancora non siete convinti potete fare come me: provarlo su voi stessi! Vi basta un lenzuolo matrimoniale ed una persona che vi infagotti!

2 Risposte so far

  1. 1

    chiara said,

    Non ci credevo…. e non avendoci creduto subito… mi sono persa un mese di sonno!!!!!
    Quando è nato Michele a giugno la mia unica accortezza per la nanna era di metterlo a pancia in su come raccomandato.
    Però lui dormiva tre ore e stava sveglio due e in quelle due ore di veglia non è che strillasse o avesse particolari fastidi, semplicemente stava per addormentarsi… e sul più bello ricominciva ad agitarsi, fare versi, una specie di cinghiale in miniatura.
    Fino a che compiuto il mese una notte mi sono addormentata con lui stretto a me in un abbraccio e… 7 ore di sonno filato!
    Allora mi è venuta in mente la storia del fagotto e mi sono detta ‘Vuoi vedere che è vero che i piccoli stretti in un lenzuolino dormono più tranquilli?’ Detto fatto ho provato e da allora tutte le sere fascio il mio michi in un leggero lenzuolino e lui, ancora sveglio, smette immediatamente di agitarsi o piangere e mi guarda beato con i suoi occhioni. Poi lo depongo nella culla e entro 5 minuti dorme come un angioletto. Insomma un vero miracolo che ha restituito ai genitori il riposo!
    Però adesso mi chiedo: Ma fino a che età si fasciano i bimbi?

  2. 2

    […] troppo stanco per riuscire ad addormentarsi gli basta essere infilato nella fascia e, per lo stesso principio dell’infagottamento, si addormenta cullato dai miei movimenti e dal mio respiro […]


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