Questo è un articolo apparso sul sito (non so se anche sul quotidiano in edicola) del Giornale.
Lo riporto interamente vista la rilevanza dei fatti e delle opinioni riportate, e per l’originalità di questa ennesima mistificazione.
Un caro e affezionato amico, mi ha recentemente sorpreso, data la sua non più giovane età, con una affettuosa lettera ove mi esprimeva il proprio «senso di disagio procurato dal mondo circostante, una specie di crisi personale sulla quale incidono, innanzitutto, i rapporti professionali». Chimico di professione, si lamenta egli di essere all’antica, perché insisterebbe a voler offrire la propria consulenza – che, data l’esperienza accumulata, sarebbe preziosissima – «per il meglio, cioè senza frodare». Non si capirebbe perché «per il meglio» e «senza frodare» dovrebbe essere «all’antica» finché non chiarisce che «frodare» significa, oggi, una cosa diversa che una volta.
Il verbo «frodare» – mi scrive – non va considerato, oggi, nel senso di aliud pro alio (come succedeva una volta). Tipo, per intenderci, il pacco ben confezionato con le illustrazioni di una magnifica radio ma con, dentro, un mattone: come non provare simpatia per chi te l’ha rifilato? Oggi la frode è concettuale, esaltativa di ciò che non c’è – e non può esserci. Essa consiste nell’inventare panacee, ora energetichea (vedi pannelli fotovoltaici), ora salutistiche (vedi prodotti omeopatici), ora nutrizionali (vedi cibi biologici), approfittando di tutti i mezzi che le norme – specie quelle comunitarie – consentono tra le pieghe delle loro astruserie e che, in forza della legge, inventano un valore aggiunto a prodotti che non valgono niente. Rimanendo in metafora, le frodi moderne ti vendono apertamente un mattone convincendoti che è una radio, facendosi aiutare, in ciò, da multimiliardarie campagne rese possibili dalla moderna era dell’informazione. La quale, accanto agli innegabili pregi, pone all’umanità una formidabile sfida: poter distinguere la realtà dalla fantasia, la verità dalla propaganda.
L’amministrazione della mia città, Modena, è modernissima e all’avanguardia. In nome di un comportamento autodefinito «virtuoso» – e senza naturalmente astenersi dal lamentarsi pubblicamente che Berlusconi abbia cancellato l’Ici per la casa d’abitazione – sta sperperando ingenti somme di denaro pubblico nelle moderne (nell’accezione data dal mio amico) frodi. Tra cui mi piace citare i pannelli fotovoltaici, la raccolta dei rifiuti porta-a-porta e la distribuzione di cibi biologici ai bambini delle scuole comunali. Leggi il seguito di questo post »